Penso che sia impossibile su questo numero non dare un occhio al bilancio. E spero che a tutte e tutti, guardandolo, sorga spontaneo un sorrisetto. Al di là di cosa succederà in futuro, la cosa che salta subito all’occhio, per chi come me ha dedicato tempo all’analisi storica dei bilanci, è che Umanità Nova ha il potere di riuscire a ripartire ogni volta che sembra sul punto di spegnersi. Il 2020 doveva essere l’anno tanto atteso del Centenario. Occasione per rimarcare, se ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza della stampa anarchica. Di avere uno strumento con cui denunciare i soprusi e svelare gli inganni del Potere, dare risalto alle esperienze libertarie, dare voce a tutti i movimenti e sommovimenti che lottano per una società altra, rispondere ai nostri avversari, informare. Per continuare in questo impegno bisogna anche risistemare economicamente il settimanale e, si sa, gli anniversari pagano sempre, specialmente se ci sono in gioco le cifre tonde. Perché ogni anno si lotta contro il vil denaro, per la carta, per le spedizioni, per la stampa, per riuscire a far uscire più numeri possibile. È proprio vero che, come scriveva Tarefuglio nel 1919 sul numero speciale dell’Iconoclasta “dedicato al Quotidiano Anarchico”: «L’anarchico – che nella leggenda borghese figura come un uomo terribile, capace di tutto, risoluto a tutto, audace, ardimentoso, spregiudicato, sfidatore di pericoli, capace d’ogni arrischiata impresa, ideatore d’ogni più favorevole complotto – è domato dal danaro. Rovescia magari un regime mette in subbuglio una nazione, ma non sa trovare 100 lire. Dà la libertà, la vita per tenere testa a un poliziotto, per salvare una bandiera, lanciare un manifestino, ma resta umile e contrito dinanzi ad un biglietto di banca. È il ricatto della società agli irregolari ed ai ribelli. È il blocco della fame che condanna il mondo dei riottosi e degli indisciplinati, e piega le coscienze e gli orgogli. Legge di Stato che educa l’uomo alla vigliaccheria e lo disonora per conservarsi. Chi non si piega, non si snatura, non si rinnega, non si corrompe, non deve vivere. La ragione di governo, l’interesse del padrone possono conciliarsi col barattiere, il traditore ed il ciarlatano, ma non mai coll’individuo che ha un’indipendenza di pensiero, che è una personalità a sé, che non si accorda a nessun Partito dominante e non si vende a nessuna speculazione». Perché anche i più mirabili e lodevoli progetti non hanno come nemico numero uno la volontà ma il soldo. Bilancio dopo bilancio ovvero quattrini dopo quattrini il sogno è divenuto realtà, una realtà solida che ha sfidato il secolo. Quest’anno per la lotta e la propaganda anarchica è stato un anno … (ognun* ci metta l’aggettivo che vuole). In pieno lockdown, però, Umanità Nova ha fatto una scelta coraggiosa: ha continuato a stampare il cartaceo e ha diffuso gratuitamente il .pdf nelle zone in cui erano difficili le consegne o la diffusione militante. Anche se l’obbiettivo principale è stato quello di continuare a far sentire “la nostra voce discorde” un “effetto collaterale” è stato l’arrivo di nuovi abbonamenti e di sottoscrizioni per dare supporto al nostro proposito. Come sempre chi ha dato il maggior impulso sono state le compagne e i compagni che diffondono e chiedono sottoscrizioni. Li ringrazio citando sempre il nostro buon Tarefuglio: «Ahimè che impresa improba e difficile è quella di raccogliere denaro. Credo sia più facile dare la scalata alla luna! Quell’andare dall’uno all’altro colla scheda in mano ed il miele alle labbra, mentre che vi vedono avvicinare, subodorando il tiro, prendono subito le arie le meno incoraggianti, fanno il nesci, il preoccupato, o il distratto per non darvi retta e non capire quello che chiedete, e più atroce del prendere sul capo una tegola. Quand’è che si renderà giustizia a questa schiera di martiri oscuri, eroi della sottoscrizione? Lo sanno i nostri benemeriti compagni che si sono assunti l’arduo compito di raccogliere denaro, quante camicie hanno dovuto sudare […] Altro che la caccia al leone! Forse meno rischi, ma non meno fatica. Se i compagni avessero cuore, basterebbe avere questo paragone per… far loro vuotare le tasche pel quotidiano!». Per fortuna altre volte la sottoscrizione è convinta e spontanea ma comunque sono compagni e compagne, di cui non faccio i nomi non perché non lo meritino ma perché loro per prim* non lo vorrebbero, che diffondono, chiedono soldi, sollecitano ad abbonarsi, perché credono nel progetto politico che ispira Umanità Nova da 100 anni. Per non parlare dei compagni e delle compagne che, anno dopo anno, si sobbarcano l’impegno di produrre o semplicemente spedire i gadget. Anche in questo periodo non facile hanno in alcuni casi prodotto i gadget, fatto i pacchi e atteso in posta per consegnare quanto richiesto. Ci si dimentica alle volte che da chi amministra, passando per la redazione, arrivando a chi stampa e spedisce il giornale o i gadget non è una/un mer* impiegat*, ma compagni e compagne che nei loro territori lottano per la ribellione e la trasformazione sociale. Come sono compagne e compagni, o genericamente simpatizzanti, tutti quei nomi che stanno a fianco delle fredde cifre del bilancio. Vite con cui talvolta da amministratrice sono riuscita ad avere uno o più contatti; esperienze diverse ma accomunate dalla necessità di informarsi e dal credere fermamente sull’importanza di una voce libera e che non accetta compromessi. Un anno infausto, si diceva, per la propaganda anarchica, che ci ha lasciato tutte e tutti attoniti di fronte alla scelta del compagno Paolo Finzi di fermare la sua avventura; tra confronti e, perché negarlo, anche divergenze ci manchi. A Rivista pure. Storicamente ci sono già stati dei casi in cui la chiusura di giornali anarchici ha portato nuovi lettori o vere e proprie sottoscrizioni pro UN. Non per questo sentiamo meno la mancanza di un altro progetto editoriale che ha avuto un ruolo importante nel movimento anarchico italiano e non solo. Ora come allora, questo fatto rattrista, è una sconfitta, un vuoto! Speriamo in tempi migliori … sta di fatto che non siamo certo riusciti a festeggiare il Centenario come si deve. Vediamo se riusciamo a farlo con il Centunario.
Concludendo: non tutti i bilanci lo sono ma il bilancio di Umanità Nova è sicuramente un segnale politico, non gelido numero, ma carne e sangue e quindi – come scritto nel primo numero di Umanità Nova ne “I nostri propositi”: «Ai compagni, agli anarchici diciamo: date il vostro appoggio fervido, costante al vostro Quotidiano se vi parrà ch’esso faccia opera utile: ma non pensate che col sostenere il Quotidiano abbiate fatto tutto il compito vostro.
L’amministrazione